Oggi grazie ai tweet del sempre sul pezzo Luca Alagna ho vissuto una appassionante partita a ping pong di due grandi nomi del giornalismo italiano: Enrico Mentana e Vittorio Zucconi.
BATTE MENTANA CON LA CONSUETA ENERGIA
Sulla sua pagina Facebook ribadisce a chi l’ha criticato di aver lasciato Twitter la sua posizione sull’anonimato permesso dal social network:
Avevo già espresso il mio parere qui, quindi direi di procedere.
ZUCCONI RIBATTE CON UNA STAFFILATA LUNGOLINEA
Lui che su Twitter c’è ancora rilancia il post di Chicco:
Mentana continua a spiegare su un social network perchè i social network gli fanno schifo. tinyurl.com/br33w3g
— Vittorio Zucconi (@vittoriozucconi) 14 maggio 2013
Ai suoi follower che lo stuzzicano sul tema spiega che secondo lui Mentana dovrebbe decidersi: usare i social network o detestarli. Inoltre “Se soltanto i saggi e gli educati parlassero, moriremmo di noia. Abbiamo 162 in Parl partiti da un “Vaffanculo”, ricordate?”
Più tardi twitta:
Le strade, come i SN, brulicano di incoscienti e di idioti, nonostante i codici. Non per questo andiamo a piedi o ci chiudiamo in casa.
— Vittorio Zucconi (@vittoriozucconi) 14 maggio 2013
MENTANA NON CI STA, E RIMANDA AL MITTENTE
MA A CHIUDERE IL PUNTO (ALMENO PER ORA) E’ ZUCCONI
Caro Chicco, dai, non tenere il broncio, torna. Per noi logorroici quei 140 sono duri, lo so, ma non è la dimensione che conta. Dicono.
— Vittorio Zucconi (@vittoriozucconi) 14 maggio 2013
CONCLUSIONI
A mio parere, dei due, solo Vittorio Zucconi ha davvero compreso Twitter. Non è un “mondo” a parte ma uno “strumento” che, accorciando le distanze con il pubblico, aumenta le occasioni di contatto anche con i propri denigratori e avversari. Basta guardare la sua timeline per essere piacevolmente colpiti dalla regolarità con cui risponde ai follower, non solo a chi la pensa come lui.
Altro stile insomma rispetto ad un Enrico Mentana che sembra aver sofferto molto, troppo, il duro confronto con le persone comuni. Su Facebook si sente più sicuro, perché le policy del social network invitano (anche se 80 milioni di fake ci sono anche lì!) ad iscriversi con il proprio nome e cognome. Si sente più sicuro perché così ognuno dovrebbe pensarci due volte ad esprimere un parere rispetto a chi (su Twitter) si trincera dietro un account anonimo.
Detto questo, scelta sua. Ce ne faremo una ragione. Nel frattempo, che qualcuno mi aiuti a capire come mai la sua fanpage si chiami “Enrico Mentana (pagina ufficiale, bis)”. Ma la pagina ufficiale 1 dove diamine è finita? 😉