@federscherma un brand 2.0. La rivincita di uno sport “minore” arriva dai social
Stefano Chiarazzo

Su questo blog ho analizzato a fondo il fenomeno Federscherma, una delle federazioni sportive italiane che meglio ha saputo sfruttare finora l’opportunità dei social media. Questa innovativa quanto unica case history è stata raccontata da Alessandro Noto, consulente marketing di Federazione Italiana Scherma, nell’e-book “@Federscherma – Un brand 2.0“, edito da 40k Unofficial.

Più di 25.000 gli iscritti alla pagina Facebook di Federscherma, 12.000 e rotti i follower del profilo Twitter ufficiale. Se si considera che i tesserati in tutta Italia sono 20.700, è chiaro come ormai anche i tifosi considerino i profili social come il punto di riferimento per essere sempre informati sulle ultime gare dei nostri campioni. Tifosi di uno sport a torto definito “minore” nonostante sia il più vincente in assoluto alle Olimpiadi: 121 medaglie conquistate in più di 100 anni di storia.

Leggendo il libro ho preso nota di parecchi stimoli interessanti per imparare da questo caso di successo. Eccone un paio che vorrei condividere con voi.

FACEBOOK: I CONTENUTI VISUALI

Foto e video inediti ci hanno consentito di accrescere la visibilità dei nostri atleti, della scherma in generale, e la curiosità del pubblico verso il nostro mondo. Questo aspetto è fondamentale se si vuole aumentare il numero di iscritti alla pagina e allo stesso tempo fidelizzare chi iscritto lo è già”.

Augusto Bizzi, fotografo ufficiale di Federscherma, “ci segue a ogni gara, a ogni evento, a ogni ritiro, raccontando con le sue splendide immagini i nostri campioni, le nostre storie, le nostre emozioni e i nostri successi. Le foto vengono commentate, condivise, apprezzate, portando le adesioni alla pagina a numeri sempre più elevati. Abbiamo creato un format riconosciuto e (lo dico con orgoglio) copiato anche a livello internazionale.”

Due piccoli atleti che si contendono il titolo nazionale in pedana. Uno vince, l’altro perde, il tutto si conclude con questo splendido ed emozionante abbraccio. Questa foto ha ottenuto 800 «mi piace» e ben 240 condivisioni. Ecco l’esempio concreto di un contenuto social vero e autentico che colpisce al cuore e inevitabilmente diffonde i valori positivi dello sport”

TWITTER: GLI AMBASSADOR

“La forza di @Federscherma su Twitter si sostanzia nella possibilità di poter vantare una vera e propria rete di ambasciatori, i campioni azzurri, che amplificano il flusso comunicativo a suon di retweet“.

In effetti, da Aldo Montano e Valentina Vezzali alle nuove promesse di fioretto, spada, sciabola, praticamente tutti i titolari delle tre discipline hanno un profilo ufficiale su Twitter.

Nel libro potete leggere le esperienze di Margherita Granbassi e Matteo Tagliariol, qui invece quelle di Arianna Errigo e Andrea Cassarà.

LE INTERVISTE

Oltre alla mia, per cui ringrazio molto l’autore, tante le interviste a professionisti di comunicazione di livello, che arricchiscono l’e-book con testimonianze di ambiti molto diversi. Anche qui gli appunti non sono di certo mancati.

STEFANO VOGNA, Social Media Strategist: “In un’attività di pianificazione strategica dobbiamo sempre chiederci «dove posso intercettare il mio utente?». A oggi non tutti hanno ancora capito che ci sono due «grossi schieramenti»: chi apre Facebook e chi apre Google.”

MARCEL VULPIS, Direttore Responsabile Agenzia e Founder Sporteconomy: “Bisogna uscire dall’autoreferenzialità, caratteristica tipicamente italiana, per arrivare a nuove forme di comunicazione digital, finalizzate all’engagement.” E poi: “velocità non sempre è un bene. Si cerca tutti di arrivare sull’informazione quasi per certi versi anticipandola, o dando giudizi con tweet o post, senza aver fatto verifiche con le fonti primarie (giocatori, club, leghe).”

GIOVANNI BRUNO, Direttore Sky Sport: “Noi siamo una tv a pagamento, diventare protagonisti sui social network ha significato e significa avere i nostri stessi abbonati che diventano testimonial perché raccontano il bello di quello che vedono anche a chi non è abbonato, lo coinvolgono, lo corteggiano addirittura”

GIULIANO GIORGETTI, Head of Web & New Media A.C. Milan: “I social, e più in generale il digital, stanno cambiando il concetto di sponsorizzazione. Sempre di più le aziende richiedono interazioni e contatto diretto con i tifosi e i social sono lo strumento per raggiungere e soddisfare questa richiesta.”

TEAM KINDER+ SPORT: “Sicuramente i target sono diversi, Twitter si rivolge a un pubblico più adulto e più interessato alle notizie, Facebook è più giovane e con più voglia di giocare, curiosare. Tuttavia su Facebook abbiamo notato uno scarso interesse per i video, che invece funzionano benissimo su YouTube. Instagram ha grosse potenzialità e stiamo valutando di utilizzarlo a breve”

SERGIO CHERUBINI, Professore ordinario in Marketing Università Roma Tor Vergata: “Il web 2.0 in termini competitivi è l’unico fattore, insieme alle lingue, su cui i giovani possano seriamente far leva per scalzare i più maturi, non per legge, ma per merito!”

GIULIANO NOCI, Vice Rector for China and Full Professor of Marketing presso Politecnico di Milano: “i social network non vivono in quanto tali, rappresentano invece un elemento importante dello spazio di interazione multicanale di una marca. In questo senso, servirebbero non tanto e solo corsi sui social network ma iniziative di formazione in cui si evidenzia come il marketing delle imprese cambia anche grazie ai social network.”

Adesso basta però, altrimenti vi rovino la lettura. Non vi resta che comprare l’e-book. 😉