E’ un campo di ricerca molto nuovo quindi ogni vostro parere, testimonianza o segnalazione di notizie, best practice e innovazioni sarà determinante! Ma basta indugiare, come direbbe Fabri Fibra… “Pronti, partenza… via!”.
Cominciamo da un fermo immagine della comunicazione radiofonica integrata oggi. Dopo aver mappato gli strumenti più utilizzati dalle venti radio più ascoltate in Italia (GfK Eurisko RadioMonitor, primo semestre 2013) ho provato a disegnare il modello attuale, in continua evoluzione grazie all’avvento di nuovi strumenti web e applicazioni mobile.
ASCOLTO
La radio oggi si può ascoltare davvero ovunque. Non più solo con i classici stereo, autoradio o radioline portatili, ma anche in TV, grazie a frequenze dedicate del digitale terrestre e satellitare. C’è chi, come RTL 102.5, ha puntato sulla “RadioVisione sempre in diretta” con una convergenza radio-televisiva che permette di seguire in real time quello che succede negli studi radiofonici. Grazie a siti internet e app mobile, poi, è possibile ascoltare i programmi anche su PC, smartphone e tablet.
APPROFONDIMENTO
L’offerta radiofonica in molti casi va già ben oltre il mainstream, grazie a web TV e web radio tematiche rivolte a target specifici. Radio Deejay con “Deejay TV” ha affiancato alla radio un canale televisivo, con una sua programmazione che include persino una sitcom che ha per protagonisti gli speaker: Via Massena 2.
FIDELIZZAZIONE
Con le app mobile i radioascoltatori più affezionati possono portare sempre con sè la propria radio preferita, anche all’estero. Ma se anche dovessero perdersi qualche puntata possono recuperarla con i podcast. Per essere sempre informati sulle novità possono poi contare sulla newsletter, altro strumento “evergreen” di fidelizzazione.
PARTECIPAZIONE
Community, sondaggi e blog dei DJ sul sito, social network (non più solo Facebook, Twitter e YouTube ma anche Google Plus e Instagram), SMS e WhatsApp accorciano le distanze tra speaker e ascoltatori, rendendo questi ultimi sempre più protagonisti dei palinsesti e della creazione di contenuto partecipato di qualità.
In base alla vostra esperienza di professionisti della comunicazione, o di radioascoltatori, siete d’accordo con questo modello o manca qualcosa?
Ci sono altri strumenti emergenti (vedi Spotify) che le radio potrebbero usare sin da subito? In che modo?