Dall’infografica risulta chiaro come i numeri siano estremamente bassi. Lo stesso calcio, sport nazionalpopolare per eccellenza, vede la federazione nazionale seguita da poco più di mezzo milione di fan su Facebook. Se pensiamo che il solo Milan è seguito da 15 milioni di persone, risulta chiara l’opportunità non ancora colta dalla FIGC.
Una delle federazioni che si sta impegnando di più in tal senso è Federscherma, che deve la recente crescita del suo seguito ad una forte collaborazione di tutto il suo gruppo di marketing: dall’addetto stampa Giorgio Caruso alla collaboratrice della comunicazione Chiara Alfano; dal fotografo federale Augusto Bizzi al consulente marketing Alessandro Noto. Da quest’ultimo mi sono fatto raccontare di più su approccio e ambiti di sperimentazione.
La scherma è meno praticata in Italia di ginnastica, atletica leggera e pallacanestro. Ma è molto più seguita su Facebook e Twitter. Qual è il segreto per avvicinare gli italiani a questo fantastico sport?
Un vero e proprio segreto non esiste. Abbiamo scelto di presidiare i social network dal 2009 con costanza quotidiana e perseveranza, cercando di comunicare a fan e follower la passione che solitamente coinvolge chi si avvicina al nostro sport, cercando di dare un’immagine innovativa e dinamica ma coerente con i nostri valori e con il nostro blasone. La Federscherma, quando comunica sui social, metaforicamente toglie giacca e cravatta ed indossa una t-shirt e dei jeans, dialogando con un pubblico giovane ed interattivo. Il risultato è assolutamente positivo. Da poco abbiamo anche aperto canali ufficiali su Instagram e YouTube, mentre Vine è in fase di sperimentazione.
Foto, link, aggiornamenti, cronache in real time. Quali contenuti coinvolgono maggiormente fan e follower?
Sicuramente le foto dell’evento postate in real time dal nostro fotografo federale sono uno dei piatti forti. Cerchiamo di realizzare costantemente dei contenuti (sia foto che video) che abbiano quella carica virale che tenga alto il livello di engagement e che ci consentano di accrescere ulteriormente la portata dei “seguaci 2.0”. Penso ad esempio al video di “in bocca al lupo” per le Olimpiadi di Londra in cui siamo riusciti a coinvolgere dei tifosi speciali come Fiorello, Ficarra e Picone, Elio, Baglioni, Totti e tanti altri.